Area Archeologica di Minturno Il Comprensorio racchiude le spoglie dell'antica città-porto di Minturnae. Secondo Tito Livio la città faceva parte della Pentapoli aurunca e fu distrutta da Roma nel 315 a.C.. Vista la posizione favorevole ai commerci e al controllo della via d'acqua, i Romani ricostruirono la città facendone una colonia nel 295 a.C. Nell'alto medioevo, Minturnae venne nuovamente distrutta, probabilmente dai Longobardi tra il 580 e il 590. Al sito archeologico in passato sono stati sottratti reperti, in particolare 158 sculture dal marescialloLaval Nugent, comandante dell'esercito borbonico, nel 1820 A seguito di ciò molte opere sono approdate all'estero. Il Comprensorio archeologico racchiude, oggi, gran parte dei resti; si possono ammirare:
Nei pressi del comprensorio il moderno tracciato dell'Appia si interseca con le numerose ed imponenti arcate dell’Acquedotto Romano, un tempo lungo circa 11 chilometri, nonché è possibile ammirare il "Ponte pensile" sul Garigliano, con tiraggi a catene di ferro, il primo realizzato in Italia con tale tecnica. Tale ponte fu progettato dall'ingegnere Luigi Giura ed inaugurato nel 1832 dal re Ferdinando II delle Due Sicilie. Adiacente al comprensorio sorge anche il vasto Cimitero di guerra di Minturno e che accoglie 2049 caduti durante Seconda guerra mondiale dell'Impero Britannico. A ridosso della foce si trovano, infine, le rovine di un antico luogo sacro, il Tempio della ninfaMarica, divinità delle acque.
Ponte Borbonico
Il ponte borbonico Real Ferdinando sulGarigliano (1832), è un ponte sospeso situato nei pressi dell'area archeologica di Minturnae (Minturno), sul confine fluviale che dal 1927divideva la provincia di Napoli dalla provincia di Roma e, a partire dal 1934, dalla nuovaprovincia di Littoria; dal 1945 divide la Provincia di Caserta da quella di Latina. È dedicato al re di Napoli Ferdinando I. Fu il primo ponte sospeso realizzato in Italia, acatenaria di ferro, e secondo ponte in Europa (ma primo ponte sospeso nell'Europa continentale), dato che il primato assoluto europeo spetta alla Gran Bretagna (1824). Fu esempio di architettura industriale del Regno delle Due Sicilie che dal punto di vista tecnico costruttivo era per quei tempi all'avanguardia in Europa. Su incarico di Francesco I di Borbone, padre di Ferdinando II, la progettazione fu affidata all'ingegner Luigi Giura, che ne diresse anche l'esecuzione. Sostituì la fragile scafa risolvendo, almeno per un secolo, l'attraversamento del fiume. I lavori furono iniziati nel 1828 e terminati il 30 aprile 1832: l'inaugurazione alla presenza del re avvenne dieci giorni dopo, il 10 maggio 1832: il sovrano si pose al centro della campata e ordinò che sul ponte passassero due squadroni di lancieri al trotto e ben sedici traini d'artiglieria. I componenti costruttivi metallici erano stati prodotti nelle ferriere calabresi di Mongiana, di proprietà del generale Carlo Filangieri, principe di Satriano e duca di Cardinale. La spesa fu di 75 000 ducati, a carico del regno.
Centro storico Minturno La città di Minturnae (41.242066,13.768132) sorgeva lungo il percorso della via Appia, presso il fiume Garigliano. Le sue origini risalgono ad un centro ausone, appartenente alla Pentapoli Aurunca. Un culto particolare vigeva per la ninfaMarica (divinità) - “la dea dell’acqua che brilla sotto la luce del sole”, ma anche la dea “che distrugge, infuria, consuma, inaridisce” - in onore della quale era stato eretto, verso la fine del sec. VI a.C., un tempio in tufo, che fu poi riattato in muratura alla fine del I secolo dai Romani. Sconfitto il popolo aurunco nel 340 a.C., i romani presero possesso del territorio. Fu rifondata comecolonia romana e al suo ager apparteneva l'area tra i Monti Aurunci e il Tirreno, comprendente una zona residenziale sulla costa dell'odierna Scauri (già Pirae), con estese villae maritimae, e una zona agricola e produttiva, lungo il fiume e sulle colline, dove si trovavano diverse villae rusticae o fattorie. Come detto presso la foce del Garigliano sorgeva il bosco sacro della deaMarica. Nelle paludi dell'antico Minturno trovò rifugio, nell’88 a.C., il console Gaio Mario, tallonato dagli uomini del rivale Silla. I magistrati locali ordinarono la sua uccisione per mano di uno schiavo cimbro. Il condottiero riuscì a sfuggire alla morte, dopo aver intimorito il germanico. La città venne distrutta probabilmente dai Longobardi tra il 580 e il 590. TraettoDopo la distruzione di Minturnae, gli abitanti si rifugiarono sul colle vicino, fondando il centro di "Traetto" o "Traietto". Il toponimo deriva dalla scafa che univa le due sponde del Garigliano. Nell'VIII secolo venne fondato il Patrimonium Traiectum, cioè la città divenne centro di un latifondo gestito da un diacono dipendente direttamente dal Papa. Sotto il potere pontificio,Traetto fu cinta da mura, ma venne distrutta, nell'883, da Saraceni venuti per lo più dalla Sicilia musulmana e che si stabilirono nella piana del Garigliano. Essi vennero poi scacciati nel 915 dalla lega voluta da Papa Giovanni X. Passata sotto il controllo di Gaeta, la città fu di nuovo distrutta dagli Ungari. In seguito ebbe propri feudatari e, alla fine del X secolo, fu donata all'Abbazia di Montecassino. Nel 1061 l'Abate Desiderio concesse agli abitanti le chartae libertatis, (carte di franchigia). Dopo essere stata conquistata dai Normanni di Sicilia, nel XII secolo appartenne alla famiglia normanna dell'Aquila (de l'Aigle) imparentata con la famiglia reale d'Altavilla, e dal 1299 per matrimonio ai Caetaniquando divennero titolari della contea di Fondi, di cui Traetto faceva parte. Nel 1497 fu donata da Federico d'Aragona re di Napoli a Prospero Colonna dopo la confisca per ribellione del filo-francese Onorato Gaetani dell'Aquila, I duca di Traetto dal 1493, e a lui confermata per aver combattuto nel 1503 da parte francese nella battaglia del Garigliano, con cui iniziò il dominio spagnolo in Italia meridionale. I Colonna tennero Traetto fino al 1570 anno della morte diIsabella figlia di Vespasiano e nipote di Prospero. Successivamente passò a Vespasiano Gonzaga Colonna duca sovrano di Sabbioneta, figlio di Isabella Colonna e per eredità ai Carafa di Stigliano del ramo della Stadera con Anna ultima di questo ramo per passare finalmente aNicola de Guzman (+1689) figlio di Anna, alla morte del quale, privo di eredi, avvenne la devoluzione dei loro feudi alla Corona. Dal 1690 al 1806, anno in cui fu abolito il sistema feudale, la città fu tenuta dai Conti Carafa di Traetto del ramo della Spina. Durante l'occupazionenapoleonica, nel giorno di Pasqua del 1799, fu assalita ed espugnata dalle truppe franco-polacche, nell'ambito delle ritorsioni verso le città che fiancheggiavano Fra' Diavolo: morirono 349 traettesi, nonché molti abitanti dei paesi limitrofi.
Da visitare
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